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    Strumenti per misurare l’umidità
    Igrometro a bilancia: si sfrutta la capacità della spugna di assorbire l’acqua , si posa su un piatto della bilancia una spugna e sull’altro della cera, o altro materiale che non assorba umidità, si pesano i due elementi in modo che la bilancia sia in equilibrio quando l’aria è secca. Se aumenta l’umidità, il piatto con la spugna diventa più pesante e la lancetta della bilancia si sposta.

    Igrometro a corda: sfrutta le proprietà igroscopiche di certi materiali come corde di canapa o del budello animale. La lunghezza della corda si allunga o si accorcia al variare dell'umidità atmosferica e fa salire o scendere un pesetto; una scala graduata permette di valutare queste variazioni.

    Igrometro a condensazione: questo tipo di igrometro, ideato da Ferdinando II° sull'osservazione del fenomeno della condensazione su superfici fredde, fu molto utilizzato dagli accademici del Cimento in esperienze che valutavano l'umidità dell’aria anche in rapporto alla direzione dei venti.
    Igrometro a condensazione è costituito da un vaso di vetro a forma di cono rovesciato, montato su un sostegno in legno contenente ghiaccio finemente tritato che mantiene le pareti a bassa temperatura. Sotto questo viene collocato un bicchierino graduato in vetro che raccoglie le gocce della condensa, la misura dell’umidità è data dalla quantità d'acqua raccolta nel bicchierino in un determinato intervallo di tempo, che veniva misurato contando le oscillazioni di un pendolo.

    L’esperienza fu realizzata in vari luoghi e in particolare è riportata quella effettuata nella villa medicea di Artimino, vicino a Carmignano (settembre 1657) dove fu determinato il grado di umidità di vari ambienti:
    Cucina: "si trovò che in minuto d’ora l’igrometro faceva in Cucina gocciole n.3".
    Camera: "si trovò che in minuto d’ora l’igrometro faceva nelle Camere dove non son molti riscontri gocciole n.4".
    Cantina: "si trovò che in minuto d’ora l’igrometro faceva in Cantina ove è una fonte gocciole n.15".
    Vento di tramontana: "restando superiori que’ venti che soffiano da tramontana, a poco a poco restò di sudare e in poco più di mezz’ora il cristallo era asciutto".
    Vento di libeccio: "quando regnano venti meridionali, allora il cristallo suda dirottissimamente e ad una gran libecciata è arrivato a fare sino in 35 e 50 gocciole al minuto".